cheba .... Bari piccolo entra !!!!! l'esordio coi CAMPIONI 

31.01.2019
archivio Fallani
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dopo un lungo percorso presso l'Accademy del real gesuiti ... dopo aver vinto ogni tipo di sfida tra i "masegni" e quindi passato di grado nell'arena secondaria e vari stage presso scuole di apprendimento e specializzazione come CAMPO DO POZZI  era l'ora di entrare nella PRIMAVERA della mitica Cheba dei gesuiti

il percorso nella prima squadra era assai tortuoso ...molti si arrendevano e tornavano all'accademy o nei centri di addestramento come Madonna dell'orto ... si iniziava  ore 16 entrata e preghiere .... i temuti FIORETTI.... durante queste celebrazioni con una lampadina da 10 watt per tutta la stanza.... ripetevamo come un mantra gli schemi ... si studiavano gli avversari e si pensava al nome del giocatore da rappresentare durante la giornata .... perchè senza nome non eri nessuno... quasi sempre sceglievo BONIEK .... perchè correvo e tiravo "puntoni" causa livello tecnico -1 .... ma giocando a basket veniva comunque perdonato.... il SEGNO DELLA CROCE dava l'inizio alle attività pratiche

con obbligo di giocare nei giochi elettronici ... bere nel bar coca cola in bottiglia di vetro e giambonetti spesso scaduti.... per una spesa totale di circa 1000 lire....si narrava che il binomio BUCANEVE e FANTA indicava ragazzi non veramente rudi  e quindi NON pronti alla battaglia che stava per cominciare

defender 1981
defender 1981

... poi calcio nello stadium ... unico al mondo per la sua strana forma .... il lato lungo era formato dal muro che divideva il campo dalle fondamente nuove e quindi dall'acqua ... in mattone e leggera copertura con uno strano materiale in cemento appuntito per rendere le cose più interessanti e per farci migliorare nella postura del corpo .. IMPARAVI  a correre come willy il coyote, Matrix o come Michael Jackson in Thriller... perennamente a 45° ovviamente qualche mia guancia è ancora posizionata tra i calcinacci post restauro ... ma gli architetti nel costruirlo lo avevano opportunamento pianificato....

credo prendendo come spunto antiche fortificazioni veneziane nel combattere contro i turchi

aveva un posizionamento leggermento angolato rispetto al nord magnetico ... creando un angolo di OTTUSO in tutti i sensi..... impossibile da gstire per i neofiti o gli ospiti .... seguendolo trovavi la porta buona 

ovviamente con pali e traversa di forma quadrata in legno con 24.000 mani di pittura stile GERMANIA DELL'EST pre caduta muro... e dall'altra parte invece la porta incastrata nel muro in cemento... LA PORTA NELLA ROCCIA.... qui l'uscita sui lanci lunghi era molto pericoloso essendoci la zona di emergenza ..composta da 5 gradini cverso il basso e rubinetto dell'acqua ...una manna quando erano finite le 1000 lire....e il portone che dava all'esterno.....avevamo per gestire la ZONA DI EMERGENZA non corsi ma il passa parola generazionale ...... all'urlo " baeon in acqua" l'addetto correva verso LA STECCA o EA VOEGA un oggetto si pensa costruito dagli ultime templari 

aveva una lunghezza indefinita ... sicuramente oltre i tre metri dal peso forse di qualche quintale

tutto bene ma era la partita delle 16 .... come oggi giocare l'europa league ..... la PARTITA era quella delle 18 ...arrivavano i grandi .... grossi e cattivi ..... e alla loro gentile richiesta ...... VOE' NDAR VIA SBARBAI !!!! Cominciava la seconda parte del pomeriggio..... chi si voleva arrendere andando in PALESTRINA ovvero prefabbricato in lamiera con campo da mini basket e quindi si schiacciava ...parliamo di una era dove il povero Lorenzo si presentava con la maglia dei chicago bulls di JORDAN e noi lo prendavamo per il culo perchè una maglia con un toro non si era mai vista prima e jordan non lo conosceva nessuno ..... poi come dimenticare la mitica turca gusto ... .....scegliete Voi..... oppure avevi altri due canestri .... uno posizionato a 15 metri di altezza ....e uno vicino all'oasi si perchè avevamo anche un oasi boschivo con tappeto di sigarette dove la banda musicale .... di cui nessuno conosceva i partecipanti .... credo una razza aliena.... 

o a vedere Ellery Queen SFIDANDO qualche vecchietto per i posti limitati

oppure PING PONG dove eravamo secondi solo ai cinesi per numero di partecipanti ( ogni domenica torneo imperdibile perchè anche l'ultimo aveva come premio una coca cola..... quindi iscrizione per tutti e primi turni stile Fantozzi vs Fillini a tennis)

archivio UNIVERSITA' GESUITI
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BREME (carte) e calcio balilla solo per fare la rovesciata con il portiere sulle dita dell'amico non attento alle fasi di gioco  e biliardino coi funghi ..... mi son sempre chiesto chi fosse l'inventore di questo strano gioco

o sulle panchine per imparare dai CAMPIONI e magari sperare in qualche infortunio e alla tanto desiderata chiamata alle armi.... 

avevano nomi mitologici:

LUPO di nome e di fatto scontroso come poki con noi sbarbatelli

BORGO che portava solo maglie del MIlan e parlava di milan

GUSTA dalla postura che ricordava un concord durante la partenza 

ANDREA MELLARA (con elle muta) forse il più carismatico

PUGNALIN (con elle muta)

PIP il gk titolare

ANDREA FORCELLINI (sempre con elle muta) unico che mi trattava bene essendo amico di mia sorella 

solo per citarne alcuni .....

io temevo il mio esordio solo per un motivo.... il TANGO (perchè nessun altro pallone si poteva adoperare a quell'ora durante il match che valeva la gloria quotidiana) nella porta nella roccia spiegata prima faceva un rumore tenebroso, quando ti scegnavano .... il rimbombo ti entrava nelle ossa spostandoti gli organi interni ....creando anche un effeto sonoro terribile BOOOOOOMMMM ... mamma mia ...forse anzi sicuramente #PARATUTTONONIMPORTACOME si è formato in quel periodo.... io baskettaro dovevo evitare di prendere gol per non sentirlo in qualunque modo.... tanto in porta non ci voleva andare nessuno quindi le mie percentuali aumentavano .... a prescindere dallo stile usato

e poi succede qualcosa .... uno dei gk ha un impegno inderogabile durante il partitone .... i CAMPIONI si guardano e urlano BARI PICOEO ENTRA !!!!! Io con fare stupito mi guardo intorno e penso parlano con me  ???? esco tra le pacche sulle spalle e i complimenti dei CAMPIONI ..... non sarei più tornato indietro anzi dopo un paio di anni arrivò la chiamata di GIGI MESSINA .... ma questa è un altra storia

il luogo più SOCIAL che ho conosciuto non esiste più .... almeno se lo accettano da oggi sarà su google maps .... sei scomparsa cara CHEBA .... nessuna copia del giornalino si trova .... quasi nessuna foto.... IL FRATELLO  TOFFOLETTO e IL MORO sono morti MA resteranno sempre con noi ..... quante te ne abbiamo fatte anche noi della new generation ... a volte vorrei scappare dal lavoro e presentarmi alla partita dei CAMPIONI  magari come ORIUNDO ... 

Posso solo regalarti cara CHEBA questo mio ricordo e qualche collegamento della rete che mai come in questo caso è povera di informazioni

comunque non ti dimenticherò mai e per colpa tua non bevo più la coca cola e odio i giambonetti....mi fanno pensare a te ......  TO BE CONTINUED e duri i banki !!!!!

alcuni CAMPIONI oggi
alcuni CAMPIONI oggi

Sognando Die'n'ai - racconto breve !

di Matteo Buranelli

Sognando Die'n'ai (anatomia di un fallito).


Ho sempre amato il calcio, fin da piccolo, da quando insomma si scendeva in calle a giocare ai scartagi. Adoravo le magliette tutte attillate dei calciatori...gli omini del Subbuteo così rigidi, così trapattoniani...le stampine Panini, dove trovavi solo le squadre di serie C, quelle con due giocatori per figurina...

Chiaramente i miei mi mandarono a giocare a basket.

"Poco male" mi dissi, "sono un genio e i geni sono degli incompresi".

A distanza di tempo posso dirmi contento, mi sono comunque guadagnato il titolo di ex cestista. Eh già...il fascino dell'ex...come il gol dell'ex. Certo avrei preferito essere un ex brigatista o un ex di Angelina Jolie...ma bisogna accontentarsi.

Ho calcato parquet all'epoca prestigiosi, Laetitia, Effetre, Fiamma, imparando qualcosa di basket e molto della vita. La prima cosa che impari quando giochi in una squadra è come far paura all'avversario, specialmente in trasferta.

Con la Fiamma non c'era bisogno di inventarsi niente, le nostre divise nere da squadristi erano più che mai esplicite.

Con l'Effetre (Murano) era più divertente, a fine gara rieccheggiava il sinistro "Se vedemo nell'isoa maedeta". Quando invece giocavo alla Laetitia...beh, che cazzo vuoi minacciare se giochi alla Laetitia!?

Ma una frase intimidatoria mi è rimasta appesa alla lingua, ahimè mai pronunciata, "Se vedemo in Cheba". Già la Cheba, il patronato dei Gesuiti...luogo di ritrovo per cattolici e sedicenti tali...Madison Square Garden per la Die'n'ai, la squadra con il nome più magico della storia dello sport.

Andavo in Cheba a vedere giocare mio fratello, fine anni settanta inizio ottanta.

All'epoca non esistevano I-pod, I-phone, I-mob, c'erano solo I-morti-cani, quelli dell'avversario.

Si giocava all'aperto, in un campo di cemento tutto crepe, la pioggia non esisteva, neppure il freddo, neppure le linee...sulla fiducia si direbbe oggi. D'altronde ne bastavano poche, non esistevano i tre punti...salvo quelli di sutura rimediati sotto canestro.

Ricordo che quando si iniziò a discutere se introdurre o meno il tiro da tre anche in Italia, un affiliato di Potere Operaio mi disse che, a suo vedere, tale innovazione rappresentava "la solita demagogia di chi vuol cambiare le rassicuranti regole di oggi con il solo fine di rendere più precario il futuro".

In Cheba niente spalti...poche sedie per i privilegiati...gli altri in piedi, braccia incrociate e sguardo a dire "Sogo meio mi".

Conteggio dei punti rigorosamente a mano (anche per fare il segnapunti bisognava essere qualcuno)...nomi delle squadre 'casa' e 'ospiti', anche se sarebbe stato meno ipocrita scrivere 'amici' e 'nemici'...ordine pubblico in mano al Fratello, il prete-gestore del patronato. Nessuno ha mai saputo il suo nome, nessun don qualcosa, solo Fratello.

E noi "Buongiorno Fratello", "Grazie Fratello", "Mi dà un pallone Fratello?", "Viene al bar Fratello?". Non che fosse mondano, semplicemente c'era il bar nel patronato...con i giambonetti di cartone, le patatine di polistirolo e la cedrata all'uranio impoverito.

Da bordo campo il Fratello vigilava sul turpiloquio di giocatori e tifosi, ma con discrezione, sapeva che i Santi a quell'ora erano alla Misericordia, al caldo, a guardare la Reyer. Aveva anche un senso della giustizia, il Fratello,...seppur tutto suo.

Se due si azzuffavano, quello che ne usciva più malconcio veniva spedito in cappella a pregare per il nemico. Risultato: botte e pomeriggio perso. Tuttavia nessuno protestava, nessuno metteva in dubbio la sua autorità...dicono che Orwell abbia scritto 1984 dopo un pomeriggio in Cheba.

Durante il campionato io me ne stavo zitto a bordo campo, intirizzito dal freddo e fradicio di pioggia, praticamente triste come un emo.

A catturare la mia attenzione non era il gioco ma le scarpe, le mitiche all-star di tela, rigorosamente alte e verdi.

Le avevo viste addosso a Larry Bird in una foto nei Giganti del Basket...lui bianco e biondo, divisa e scarpe verdi. Sembrava un elfo...forse per quello lo ingaggiarono i Celtics.

Presi a chiamarlo Larry Verd e mi si spalancarono le porte per un futuro da comico.

Ma io volevo diventare un atleta, così fissavo le all-star ripetendomi: "Un giorno le avrò anch'io, con quelle volerò fino al ferro e distruggerò il tabellone".

Poi arrivarono le nike rosso-nere di Jordan e i canestri sganciabili... il mio mondo andò in frantumi.

Ma andiamo con ordine.

Un bel giorno il Fratello mi prese da parte e, malgrado fossi proprio piccolo, mi invitò ad allenarmi con la squadra dei ragazzini...che all'epoca erano davvero ragazzini, non come adesso che dopo un anno di rugby te li ritrovi con la barba e il fiato all'aglio.

Loro ghignarono entusiasti del mio arrivo, mi presero in simpatia e mi insegnarono la 'gara delle stoppate': io dovevo andare a canestro, loro a turno mi tiravano il cosiddetto sofegon...poi si procedeva con la votazione.

Il tempo passava, la Die'n'ai annegò il settore giovanile ma la Cheba rimaneva il Madison.

Divenni grande e approdai a Murano. Una rivista, Il cuore della Reyer, pubblicò un articolo nel quale mi annoverava tra le promesse del basket muranese...da quel giorno capii che non avrei mai mantenuto una promessa.

Malgrado, dopo l'esaltante articolo, mi reputassi un semi-professionista-con-la-puzza-sotto-il-naso continuavo a frequentare la Cheba catto-proletaria.

Il mio tempio era la palestrina con i suoi canestri da mini.

Giorno dopo giorno, anno dopo anno, passavo ore nel tentativo di schiacciare.

Ma niente, allora davo la colpa al terreno...non elastico come il parquet, o ai canestri...leggermente più alti di quelli regolamentari.

Ogni tanto arrivava il Fratello a intimarci: "Mi raccomando, non schiacciate che si rompe il tabellone". Rimanevo basito e mi chiedevo: "Un prete può prendere per il culo?".

Magicamente divenni alto ma nel frattempo, ovviamente, la Cheba chiuse...e si chiuse anche il mio cuore.

Riassumendo...non ho mai giocato alla Die'n'ai...non sono arrivato a schiacciare...non mi sono comprato le all-star verdi.

Però mi sono preso le air Jordan! Non le trovai rosso-nere come piacevano a me, da Grinta Sport le avevano solo bianco-celesti.

"Poco male" mi dissi, "sono un genio e i geni sono innovativi".

"Belle" disse mia madre quando me le vide addosso, "stanno in tinta con gli occhi".

"Bee" commentarono gli amici, " ie vende anca da omo?".

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